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La zampogna di Panni ed i suoni della tradizione daunia

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La Zampogna
Gli elementi che rendono l’atmosfera natalizia così unica coinvolgono tutti i sensi: ecco perché durante questo periodo siamo bombardati da odori, sapori, colori e musiche che fanno del Natale la festa per antonomasia. Lo strumento musicale che più di tutti rappresenta il Natale è sicuramente la zampogna. Questo strumento lo possiamo definire un “animale sonoro” perché è costruito con la pelle di un agnello sulle cui zampe sono innestati i chanter, le canne piccole dalle quali fuoriescono gli acuti, e il bordone, la canna grande dalla quale esce un suono grave che funge da basso continuo. La letteratura sulla zampogna è molto vasta perché questo strumento di origine arcaica, della famiglia degli aerofoni a sacco, lo si trova in tutto il territorio europeo, si pensi alla cornamusa anglosassone e alla gaita spagnola, con differenti fogge costruttive, con più di un bordone, e quindi con diversità di esecuzione. La zampogna propriamente detta esiste solo in Italia ed è diffusa soprattutto nelle regioni centro meridionali. Nel territorio di Capitanata, e precisamente a Panni, abbiamo una zampogna autoctona. Proprio questa zampogna, che ha una forma particolare e solo tre fori, veniva costruita e suonata esclusivamente durante la novena natalizia, fatto che lega lo strumento a questa festività.La zampogna era composta da un’otre in pelle conciata di agnello o di capra sulle cui zampe si inserivano due chanter e un bordone, mentre alla quarta zampa si inseriva il soffietto.
Oggi la modalità di costruzione si è modificata in base alle esigenze degli esecutori che sovente devono accordare la zampogna con strumenti classici, facendole perdere quella approssimazione che era una prerogativa della zampogna stessa. Questo strumento, infatti, era anticamente utilizzato solo per un circoscritto periodo dell’anno, in inverno, perché il freddo riusciva a stagionare l’otre e non farla ammuffire, come invece avveniva col primo caldo di primavera. Possiamo quindi asserire che la costruzione e l’esecuzione della zampogna, che si ripeteva ogni anno, faceva parte di un rito sacro: l’adorazione del sole bambino che aveva il suo apice nel giorno del solstizio d’inverno, il 25 dicembre, quando la giornata risulta essere la più corta dell’anno per via del buio che sopraggiunge prima. Gli antichi ritenevano importante aiutare il sole bambino a prendere forza poiché la potenza del sole avrebbe dato vigore alle forze vegetative, e questo accadeva attraverso determinati riti.Se per un motivo funzionale i pastori molisani e abruzzesi transumavano sul nostro Tavoliere per poter svernare le loro greggi, il motivo religioso era quello di fare un pellegrinaggio che partiva da ovest e arrivava ad est: il percorso inverso del sole. Il periodo natalizio cristiano coincide con la nascita del sole bambino pagano che anticamente era un evento straordinario che coinvolgeva tutte le forze della natura, compresi gli animali, alcuni dei quali andavano in letargo mentre altri erano sacrificati. Agli animali che erano sacrificati al sole bambino apparteneva l’agnello, poi acquisito dalla tradizione Cristiana che vede in Cristo l’Agnello di Dio, e tra i modi di sacrificare l’agnello c’era quello di trasformarlo in animale sonoro ovvero in zampogna. La zampogna, inoltre, serviva a stabilire una comunicazione con il dio Pan, inventore mitologico di questo strumento, come viene riferito da A. Capozzi nel libro dedicato alla zampogna di Panni.

Prova ne è, secondo un mio modesto parere, che la zampogna zoppa , una zampogna tipica abruzzese, non è così denominata per via del fatto che ha gli chanter di lunghezza diversa, ma perché impersona il dio Pan, che la mitologia rappresenta zoppo.La relazione cosmogonica che esiste tra la nascita del sole bambino, il dio Pan e la zampogna si può spiegare in questo modo: l’esortazione alla nascita del sole avviene per mezzo del dio Pan, metà uomo e metà capra e che rappresenta la parte ctonia del sole cioè la notte, che si collega con l’uomo per mezzo dell’agnello sacrificale a lui caro. Se riflettiamo sul fatto che in questo periodo siamo nella costellazione del Capricorno, animale mitologico che ci riporta al dio Pan; che il percorso rituale dei pastori provenienti da regioni ad ovest come il Molise e l’Abruzzo è il percorso inverso a quello del sole che nasce ; e che l’etimo della parola zampogna deriva tanto da sinfonia quanto da zampa , la parte del corpo più prossima alla terra, notiamo come si legittima la presenza natalizia della zampogna.Il travestimento dei pastori in agnelli attraverso il guardamacchie, il corpetto di lana, il cappello ricavato dall’agnello e la zampogna rappresentano un rito di identificazione con l’animale che simboleggia la luce, ovvero il sole che nasce, in contrapposizione ad un altro animale che è il lupo, il quale raffigura la notte e le forze terrene. Una delle leggende che si raccontano in tutta la Capitanata riguarda i nati il 25 dicembre che, secondo il detto popolare, diventano lupi mannari (i lupanare). Queste persone riescono a calmarsi solo se sono punti o se ascoltano il suono della zampogna. La simbologia dell’uomo agnello che riesce a neutralizzare l’uomo lupo è un’altra prova che indica che stiamo entrando nella fase del sole invicto.Nelle ninne nanne di gran parte del meridione si fa cenno al lupo che si mangia la pecorella .L’invocazione del sonno del bambino rappresenta il contrario di quello che avviene alla natura durante il periodo natalizio, ovvero un’esortazione al sole di prendere vigore. Durante il giorno, il ciclo della luce e della notte riproduce in piccolo quello che accade al sole nel corso dell’anno, ricordandoci ancora una volta che stiamo entrando in una fase di risveglio di tutta quanta la natura.

Dott. Donatacci Giuseppe
Docente dell’Università
del Crocese